Casematte, bunker, tobruk

Erroneamente prima di questa pubblicazione parlavo di bunker come di postazione che ospitava armi da fuoco, in poche parole quelli che si vedono sempre nei film che poi vengono espugnati a suon di granate o lanciafiamme. In realtà quelle fortificazioni sono dette correttamente Casematte, mentre i bunker sono dei rifugi sotterranei che venivano utilizzati dalla popolazione come rifugi antiaerei.

Quindi possiamo dire in estrema sintesi che la casamatta è il terminale fuori terra con scopo offensivo/difensivo quindi con armi, mentre il bunker ha uno sviluppo ipogeo sotterraneo ed è per rifugio di civili o militari che può anche prevedere un terminale di una o più casematte.

L’origine della parola casamatta secondo la Treccani lo fa derivare dal fatto che sembrano casette diciamo con un aspetto particolare, ma che in realtà son altro, appunto delle fortificazioni militari.

Un tempo si intendeva con tal nome un locale della fortezza protetto con spesse murature e volte, e adibito a batterie di cannoni, a deposito di munizioni, a ricovero per uomini.  Più recentemente in opposizione alla barbetta, che indica l’installazione a cielo scoperto, si intende per C. soltanto la postazione di artiglieria coperta da robusta opera muraria o da cupola corazzata fissa o girevole

I requisiti peculiari di costruzione della casamatta devono permettere:

  • posizionamento in punti strategici con visuali privilegiate verso importanti vie di transito stradali, fluviali, ferroviarie (ad es. Aurelia, Portuense, Ponte Galeria) o accesso da parte del nemico (ad es. litorale di Ostia) quindi non necessariamente in quota rispetto al piano campagna;
  • angolo di visione ai militari od agli occupanti per attivare le bocche da fuoco, angoli che a volte potevano coprire 270° o addirittura i 360° completi, preferibilmente sono addossate a pareti di terra, scarpate, alture e comunque sempre con le “spalle protette”;
  • resistenza meccanica della struttura in calcestruzzo ai colpi da arma da fuoco a cui può essere soggetta di piccolo e medio calibro, resistenza meccanica all’impatto km/cmq……… con spessori minimi di 60cm;
  • accessi agli occupanti poco visibili e comunque protetti o difendibili o immediatamente a ridosso;
  • scarsa visibilità dall’esterno a volte raso terra (ad es. Aurelia, Portuense).

Chiaramente i problemi principali erano la resistenza alla artiglieria quindi crescita degli spessori e armatura del cemento armato, il fumo che si creava all’interno dalle armi per cui poi si andarono ad impiegare armi più piccole rispetto i cannoni, le dimensioni dell’imbocco e ciò si raccorda all’aspetto precedente. Infatti erano dotate di Postazione Circolare Monoarma (PCM), Postazione Anticarro (PAC), Postazione Fucile Mitragliatore (PFM).

Raramente le casematte erano costruite solitarie, quasi sempre si presentano come una rete di casematte e frequentemente associate a “barbette”, postazioni aperte protette da muro in calcestruzzo simili a trincee, ossia strutture difensive di un cannone o di un pezzo di artiglieria, consistente in un parapetto o barriera oltre la quale si proietta la volata del cannone. Tutto il complesso di casematte e barbette di Castel di Decima e dell’Aurelia sono chiari esempi.

Le casematte costruite dai tedeschi, spesso realizzate con operai italiani, oggettivamente potevano essere facilmente rese innocue con un attacco aereo, ma erano comunque necessarie per contrastare l’avanzata degli alleati dalle coste e lungo le vie nevralgiche puntando soprattutto sul fattore sorpresa.

I problemi di impegno economico, il poco tempo a disposizione, la diffusione delle postazioni da realizzare in un ampio areale ed i problemi logistici hanno fatto sì che si realizzarono casematte di dubbia capacità di resistenza ad un impatto da proietto anche di medio calibro.

Le casematte presentano tutte un pozzo rispetto al piano campagna per alloggiare l’arma e usualmente due soldati, l’arma a volte poteva anche non avere la struttura di appoggio, un unico imbocco con scalinata. Oggi purtroppo alcune sono una discarica (ad es. quelli di via del Risaro).

I bunker a Roma sono:

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