Il 25 aprile 1945 rappresenta un punto di svolta cruciale nella storia italiana, europea e nella lotta alle atrocità del nazifascismo.
È una data che non può essere dimenticata, né banalizzata ad un giorno di scampagnata, poiché incarna il coraggio, la determinazione e il sacrificio di coloro che hanno lottato per la libertà e la democrazia, la nostra libertà e la nostra democrazia oggi. La Liberazione, quindi, non è solo un evento del passato: deve essere un faro che guida il nostro presente e il nostro futuro come italiani e come europei.
L’importanza della memoria di quegli eventi è fondamentale. La memoria ci ricorda i volti, le storie e le sofferenze di coloro che hanno sacrificato tutto, fin la propria vita, per un’Italia libera, democratica, multiculturale, di pari diritti e opportunità, eusociale. È attraverso la memoria di quelle Persone che possiamo onorare il loro coraggio e imparare dalle loro lotte per un altissimo ideale. È attraverso la memoria che possiamo comprendere appieno il valore della libertà e della democrazia, dei nostri diritti acquisiti partendo proprio dal loro sacrifico e impegnarci a preservarle in ogni momento e con tutta la determinazione possibile.
La Liberazione e la Resistenza sono (e non solo furono!) pilastri fondamentali della nostra Costituzione. È importante ricordare che la Costituzione italiana è stata forgiata nel fuoco della lotta contro il totalitarismo nazifascista, poggia le sua fondamenta nell’antifascismo. La sua ratio è nel “mai più il potere ad un singolo, mai più il potere con la sopraffazione”. I principi di democrazia, giustizia sociale, uguaglianza e dignità umana sono stati cementati dalle esperienze e dalle aspirazioni dei partigiani e partigiane e dei cittadini e cittadine che hanno lottato per la nostra libertà. La Costituzione rappresenta il nostro impegno solenne a non dimenticare mai le lezioni del passato e a proteggere i diritti e le libertà di tutti i cittadini italiani. Non è un documento accademico od un testo teorico, è la nostra quotidianità, è di impiego pratico sulla scuola, sulla sanità, sul lavoro, sull’ambiente, sul patto sociale. Chi vuole metterci mano stravolgendo il senso del suo fondamento antifascista va ad operare un revisionismo storico ed un’alterazione della necessità democratica.
È fondamentale comprendere che tutte le declinazioni del fascismo mirano a colpire la democrazia, la libertà di espressione e la parità sociale. Il fascismo non è solo un ricordo lontano; continua ad essere una minaccia costante per la nostra società anche se oggi è declinato in vari modi, luoghi e voci. È nostro dovere combattere queste forze reazionarie con fermezza e determinazione, riaffermando i valori di tolleranza, inclusione e rispetto per i diritti umani.
Le ideologie autoritarie e antidemocratiche cercano costantemente di indebolire le istituzioni democratiche e di sopprimere le voci dissonanti; spegnere il dissenso e le voci critiche, la pluralità e la diversità. Si sviluppano in modo granulare per poi compattarsi e scardinare l’impianto democratico costituzionale originale.
Si è vero anche un governo di destra può nascere da un voto democratico, ma quando quel governo impone politiche reazionarie diventa regime, embrionale o subdolo o palese che sia, e quindi lo dobbiamo combattere con tutti gli strumenti dell’alveo democratico e dell’iniziativa popolare. Inoltre, dobbiamo essere consapevoli del fatto che il fascismo non si limita a minacciare la democrazia e la libertà: mira anche a sopprimere i diritti delle donne, delle minoranze e dei più fragili. Fa uso della dottrina ecclesiastica per imporre e omologare e non per elevare lo spirito della diversità, la usa come filtro per purificarsi e assurgere a pensiero sovrastante. Le politiche fasciste, come quelle neofasciste reazionarie di oggi, sono intrise di razzismo, di discriminazione culturale e religiosa, di disvalori di genere, concentrazione dei capitali, esercizio del potere per mettere a tacere le opposizioni. Pertanto, la lotta contro il fascismo è anche una lotta per l’uguaglianza di genere, il pluralismo, la diversità, l’inclusione e l’equità sociale. Deve essere un impegno costante e continuo esercitato nei luoghi di lavoro come nella nostra vita privata. Indifferenza e disattenzione equivalgono a favorire la ripresa di questa piaga sociale.
Il 25 aprile 1945 è un giorno che dobbiamo celebrare e commemorare con rinnovato impegno e determinazione. È un giorno per onorare i sacrifici del passato e per riaffermare il nostro impegno a costruire un futuro basato sulla libertà, sulla democrazia, sulla giustizia sociale. È un giorno per ricordare che la nostra libertà è fragile e che la dobbiamo difendere costantemente con tutte le nostre forze. Solo attraverso la memoria, l’impegno e la solidarietà possiamo preservare la preziosa eredità della Liberazione e della Resistenza per le generazioni future.
Non spegniamo la nostra stella nella bandiera.
Luca Lestingi
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